Conferenza sulla massoneria presso l'University College London

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Conferenza sulla massoneria presso l'University College London

Due giovani studiosi, Demetrio Xoccato e Emanuela Locci, che fanno parte del nostro Forum dei ricercatori e che collaborano assiduamente alle attività del Centro, partecipano alla giornata per dottori di ricerca e studiosi che si occupano di temi legati all'istituzione massonica. La giornata di studio, indetta da Andrew Pink (Independent Scholar, London), Cécile Révauger (Université Bordeaux Montaigne) e Jeffrey Tyssens (Vrije Universiteit Brussel) si terrà a Londra il 21 marzo presso l'University College London.

Di seguito gli abstract dei lavori presentati.

Emanuela Locci

La massoneria italiana nell’impero ottomano, dai giovani turchi a Emanuele Carasso.

Il paper è incentrato sul ruolo svolto dalla massoneria italiana nell’organizzazione della rivoluzione turca del 1908.

La massoneria di origine italiana fu una delle ultime, tra quelle europee a varcare i confini dell’Impero Ottomano. Malgrado questo ritardo temporale essa fu da subito in grado di adeguarsi alla società che la ospitava e in qualche misura di lasciare il segno. Le logge italiane si trovavano nelle maggiori città dell’Impero, da Costantinopoli a Smirne, da Il Cairo a Salonicco.

Proprio in quest’ultima città la massoneria italiana diede il suo sostanziale contributo alla storia dell’Impero. A Salonicco operava una loggia denominata Macedonia Risorta, nata dalle ceneri della loggia Macedonia, dipendente dal Grande Oriente d’Italia dal 1906 era guidata da un avvocato ebreo, Emanuele Carasso, che nella sua qualità di Venerabile Maestro, nonostante i numerosi pericoli, rappresentati soprattutto dalla polizia e dalle spie al soldo del Sultano Abdülhamid II, da sempre ostile all’istituzione, diede asilo ai rivoluzionari del movimento dei Giovani Turchi all’interno della loggia. Qui i rivoluzionari poterono organizzare a tavolino la rivoluzione, e vista la frequentazione molti di loro si affiliarono alla massoneria. Dalla questa loggia uscirono quelli che sarebbero diventati i dirigenti dello stato turco e anche della massoneria turca. Figura fondamentale è quella di Emanuele Carasso che ha rappresentato il trade d’union tra la massoneria italiana, che veniva costantemente informata dei fatti, i rivoluzionari, e la massoneria nazionale turca che sarebbe nata l’anno successivo alla rivoluzione.

Demetrio Xoccato

Né tedeschi né slavi: la massoneria italiana e il suo obiettivo panlatino.

La relazione s’incentra sull’azione di Carlo Michele Buscalioni (1824-1885). Nato a Mondovì e strettamente legato a Camillo Benso di Cavour, fu dapprima segretario della Società Nazionale Italiana e poi, nel 1862, 2° Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia nonché garante del Grande Oriente di Francia.

Esponente di primissimo piano della rinata massoneria italiana, si dedicò, tra il 1864 e il 1885, alla creazione di una lega, a guida italiana, di tutti quei paesi “latini” che si opponevano al pangermanesimo e il panslavismo. Nonostante, con la vittoria della Sinistra storica, abbandonasse ufficialmente il GOI nel 1864, mantenne numerosi contatti con il mondo latomista italiano e, soprattutto, straniero. Dopo un primo progetto fallimentare di (la Società Internazionale Neolatina, che avrebbe dovuto riunire tutti i paesi del Mediterraneo settentrionale), nel 1870, grazie anche all’appoggio di Manuel Ruiz Zorrilla, Gran Maestro del Grande Oriente di Spagna, riuscì a installare sul trono di Spagna il principe Amedeo d’Aosta.

Nonostante il fallimento di questa esperienza, durata solamente tre anni, Buscalioni non si perse d’animo, continuando imperterrito a tessere la sua tela, indirizzandosi, questa volta, all’area balcanica allora ancora sotto il dominio turco. La Lega Filellenica, poi ribattezzata Unione Elleno-Latina, s’impegnò, con l’aiuto del mazziniano e libero muratore Marco Antonio Canini, nel tentativo di inquadrare le forze rumene, greche e albanesi inserendole in un progetto confederativo basato su una comune appartenenza latina.

Nonostante l’organizzazione di un corpo di volontari e l’adesione di esponenti della politica e della cultura italiana e straniera, la situazione rimase in stallo, finché la malattia non ebbe la meglio su di lui, ponendo fine a tutti i suoi progetti.