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GLI ARCHIVI MASSONICI DI JEAN-BAPTISTE WILLERMOZ NELLA BIBLIOTECA MUNICIPALE DI LIONE

Jean-Baptiste Willermoz (1730-1824) è uno dei personaggi più interessanti dell'esoterismo del secolo delle Luci. Massone, rosa-croce, martinista ed adepto del magnetismo, ha partecipato da vicino alla vita dei grandi movimenti iniziatici della sua epoca. A questo titolo, si può stupirsi dunque che a tutt'oggi, nessuno dei testi scritti da questo personaggio sia stato pubblicato. Il «Trattato delle due nature» è la sua maggiore opera di Jean-Baptiste Willermoz (1730-1824).

Figlio di un merciaio, Jean-Baptiste Willermoz era uno dei più grandi negozianti e produttori di seta di Lione. In 1938, nel suo libro Un Mistico lionese ed i segreti della F\ M\ Jean-Baptiste Willermoz (1730-1824)», Alice Joly ha scritto una biografia molto completa del personaggio che ci interessa. 

Si può distinguere quattro grandi periodi nella vita esoterica di Jean-Baptiste Willermoz. La prima si distende di 1750 a 1772. Esordisce col suo ricevimento nella Massoneria in 1750, mentre ha solamente vent'anni.

Occuperà velocemente un posto importante nel Massoneria lyonnaise. Jean-Baptiste Willermoz era stato iniziato al grado di Rosa-croce, un grado molto particolare della Massoneria, nella misura in cui, contrariamente agli altri gradi, è specificamente cristiano. Una corrispondenza tra i Fratelli di Metz e quelli di Lione di giugno 1761 mostra che questo grado era praticato a Lione. Del resto, le versioni francesi più vecchie di questo rituale sono queste di Strasburgo (1760) e di Lione (1761).

A partire dal 1765, il percorso massonico di Jean Baptiste Willermoz prende un tornante decisivo. È a questo momento che è ammesso nell'ordine degli Eletti Cohens. Quest'Ordine, fondato da Martinès di Pasqually verso 1754 si presenta come «la vera Massoneria».

Si distingue per un sistema di alti gradi legati ad una teurgia, una magia divina. Poco tempo dopo il suo ingresso nell'Ordine, nel 1766, il nostro lionese incontra il suo fondatore, Martinès di Pasqually.

Diventa uno dei suoi discepoli più zelanti. Se è sedotto dagli insegnamenti di Martinès di Pasqually, è un po' deluso per le capacità di organizzatore di quest'ultimo. L'ordine degli Elus Cohens è difatti, ancora in piena gestazione, e Martinès di Pasqually non ne finisce di scrivere i rituali e le istruzioni destinate al funzionamento delle Logge.

Le cose si guastano con la partenza di Martinès di Pasqually. Il dirigente dell'ordine imbarca il 5 maggio 1772 per Haiti per risolvere un problema di eredità. Ahimè, morirà su quest'isola il 20 settembre 1774 in seguito ad una febbre.

Privo del suo fondatore, l'ordine entrerà poco a poco in sonno.

Si apre quindi il secondo periodo della vita esoterica di Jean-Baptiste Willermoz. Questo periodo che si estende dal 1773 a 1782, iniziando con un contatto col barone Karl von Hund (1722-1776) della Stretta Osservanza Templare (S.O.T).

Abbastanza presto, quelli che si designano sotto il nome di Martinisti - cioè discepoli che gravitano nell'ambiente di Martinès di Pasqually e di Louis-Claude di SaintMartin, lo seguono. Nel luglio 1773, la maggior parte dei lionesi si riuniscono al S.O.T. Questo ordine, che rivendica una filiazione templare, è anch'esso in piena mutazione in quanto, tra i suoi membri, numerosi sono quelli che contestano la sua filiazione.

Jean-Baptiste Willermoz, aiutato dagli ex-Eletti-Cohen, si afferma presto come il riformatore della Stretta Osservanza Templare.

Il 25 novembre 1778, all'epoca del Convento delle Pertiche a Lione, fa adottare una riforma della Stretta Osservanza Templare, sulle basi della dottrina di Martinès di Pasqually. Non integra tuttavia, le pratiche teurgiche degli Eletti Cohens.

Poi, nell'agosto del 1782, all'epoca del Convento di Wilhelmsbad, la Stretta Osservanza Templare diventa l'ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa (C.B.C.S.).

 

Allegati:

 

Per maggiori informazioni sugli archives maçonniques de Jean-Baptiste Willermoz cfr., Amadou C., Inventaire du fonds Jean-Baptiste Willermoz, “Renaissance Traditionnelle, Revue d’études maçonniques et symboliques”, 2000, vol. 123, n. 14, pp. 186–210.